Quando la terra trema ti senti come il marinaio che affronta il mare in tempesta a bordo di una fragile imbarcazione alla deriva, quando la terra trema perdi ogni certezza e capisci quanto sia importante il dono della vita, quando la terra trema passi in rassegna l’intero corso della tua esistenza e vorresti stringere e proteggere in un unico abbraccio tutti coloro che ami. Il terremoto è un richiamo per tutte le coscienze, è il monito a non cullarsi nelle certezze, è la voce del Caos che ci rammenta la fragilità della condizione umana. Dopo il recente evento sismico in Turchia e Siria ho provato conforto e felicità nel vedere estrarre dalle macerie bimbi ancora vivi e, addirittura, una donna con la creaturina che aveva appena partorito. Un senso di universale fratellanza permea questi momenti, annullando qualsivoglia differenza.
Sono nato nel cuore di una terra martoriata dai sismi, lambita dai maremoti, circondata da vulcani ora silenti, ma pronti ad esplodere, ora bonariamente attivi, ma in permanente minaccia di improvvisi e drammatici cambiamenti d’umore. Se nel 1908 il terremoto che rase al suolo Messina e Reggio non avesse miracolosamente risparmiato i miei nonni materni non sarei qui a scrivere queste amare righe. Nel luglio di qualche anno fa mi trovavo in Russia, a San Pietroburgo, per un viaggio di piacere. Ci portarono a mezzanotte, con il sole ancora alto sull’orizzonte, per un giro in barca nella zona portuale che s’affaccia sul golfo di Finlandia. Ad un tratto la guida ci indicò un vecchio incrociatore ormeggiato alla banchina. Si trattava dell’ “Aurora” varato nel 1900 , nave museo e orgoglio della nazione russa, sia perché fu l’unico mezzo navale a scampare alla sanguinosa battaglia di Tsushima nella guerra contro i giapponesi del 1904-5, sia perché da uno dei suoi cannoni nel 1917 partì il segnale per la conquista del Palazzo d’Inverno, primo passo della rivoluzione russa. Quando sentii il nome della nave fui colto da un moto di commozione. Quella nave era anche stata il simbolo dell’aiuto offerto da una flotta russa che si trovava in crociera d’addestramento, vicina alle coste di Sicilia e Calabria, nel giorno del tragico terremoto del 1908. Quattro navi, senza perder tempo nelle lungaggini di richieste burocratiche, invertirono subito la rotta per soccorrere le migliaia di vittime siciliane e calabresi. Il terremoto che aveva trasformato quelle amate sponde in madre crudele tramutò marinai istruiti per combattere in guerra in eroici “angeli della solidarietà”.
Il terrificante sisma che ha colpito le genti turche e siriane sta compiendo lo stesso miracolo. Navi e aerei, provenienti da tutte le nazioni del mondo, hanno avviato una gara di solidarietà internazionale a favore di quelle popolazioni martoriate abbattendo i muri delle diffidenze reciproche. Ha fatto bene il nostro Gran Maestro ad esprimere il suo e il nostro senso di fraterna partecipazione al Gran Maestro della Gran Loggia Liberale di Turchia. La mia personale rievocazione di un evento simile, avvenuto oltre un secolo fa, mi spinge a sperare che tali avvenimenti possano dare l’adeguata risposta all’invocazione di una pace giusta e duratura per le guerre che ancora affliggono l’Europa, l’Asia e il continente africano. Il “costruttore di pace” è colui che riesce a eliminare dalla propria mente tutti i sentimenti negativi per trasformarli in energia che supporti azioni positive. Fare del bene, oltre che ad aiutare chi soffre, serve a rafforzare lo spirito e la determinazione di chi se ne fa carico.
(Paolo Simone)