“Coloro che baratterebbero la libertà per una sicurezza temporanea, non si meritano né la libertà né la sicurezza” – Benjamin Franklin (1706-1790)
Benjamin Franklin fu un uomo poliedrico capace di emergere in molti campi del sapere umano: statista, diplomatico, letterato, scienziato, editore e tipografo, saggista, fondatore del prestigioso Ateneo della Pennsylvania. Lo ricordiamo soprattutto per esser stato uno dei Padri della più grande democrazia liberale del mondo, gli Stati Uniti d’America. Fu tra coloro che scrissero la Dichiarazione d’Indipendenza del 1706, documento fondamentale per la più potente nazione del mondo. La firmò con Adams , Livingston e Sherman dichiarando: “Noi dobbiamo davvero rimanere uniti o, con molta probabilità, verremo tutti impiccati separatamente”. Non era certo un amante della guerra benché la conquista dell’indipendenza fosse costata il sacrificio di molte vite umane in atti belligeranti. Infatti scrisse che: “Non ci sono mai state una buona guerra o una cattiva pace”. Il bene della pace, ideale universale per chi crede nella fratellanza tra tutti i popoli deve nascere dal sacrale rispetto dei principi di libertà e uguaglianza. Fu capace di mutuare il pensiero cristiano con la filosofia illuminista che stava risvegliando la coscienza degli oppressi: “Ama il tuo prossimo ma non abbassare le tue difese” era per lui un imperativo categorico. Combatteva due vizi umani: l’ignavia e la pigrizia, in particolare quella mentale con queste parole: “Chi vive sperando muore digiuno” oppure “Molta gente muore a venticinque anni e non viene seppellita fino a quando non ne compie settantacinque”. Manifestava un vero e proprio culto per l’apprendimento, la conoscenza e la saggezza. Sul primo era categorico: “Essere ignoranti non è tanto una vergogna, quanto il non essere disposti ad imparare” e a rinforzare tale concetto “Chi insegna a se stesso ha per maestro un cretino”. Sulla seconda così si espresse: “Non nascondere i tuoi talenti, ti furono dati per essere usati. Che cos’è una meridiana all’ombra?”. Sulla terza fu ancora più intransigente: “I saggi non hanno bisogno di suggerimenti. Gli sciocchi non ne tengono conto”. Credeva, infine, nell’importanza della virtù del silenzio. Scrisse di sé: “Considerando che, nella conversazione, si apprende più con l’uso delle orecchie di quanto si apprenda con quello della lingua, diedi al silenzio il secondo posto tra le virtù che intendevo praticare”.
Franklin fu anche un fine conoscitore di se stesso e dei propri limiti. Invitava tutti ad essere i primi a ridere di se stessi, prima che gli altri ridessero di loro. L’autoironia costituisce per un saggio un passaggio indispensabile per giudicarsi intelligente. Fu coerente per tutta la vita al dovere di combattere i tiranni: “Ribellarsi ai tiranni significa obbedire a Dio”. Un monito attuale, come la frase citata all’inizio di questo articolo. E’ triste oggi vedere tante persone indifferenti ai crimini compiuti da tiranni invasori, da satrapi osannati da folle plaudenti, da teocrati assatanati che impongono il burqa per legge. Gli stessi individui si mostrano sensibili solo alle fandonie diffuse via Web e alle teorie complottistiche antiamericane. Così va il mondo, forse immemore delle sue grandi conquiste di civiltà.
Il Grande Oratore della GLLI
Nota: Franklin fu iniziato alla massoneria nel 1731 nella Loggia di Filadelfia “Saint John”. Partecipò nel 1760, in qualità di Gran Maestro dell’Obbedienza del suo stato d’origine ai Lavori della Gran Loggia di Inghilterra, fondata nel 1717. Fu fautore dell’iniziazione di Voltaire, avvenuta nel 1778 a Parigi, sostenendo per un braccio il vecchio filosofo mentre l’accompagnava all’altare per la cerimonia. Da editore pubblicò per primo in America le Costituzioni di Anderson.